Sogno di un Avatar. Fuga dal reale e maschere sociali nel web.

“Ho iniziato ad analizzare le dinamiche comportamentali degli individui davanti al fenomeno internet e ancor più a quello dei “social network”, da Second Life a Facebook, a Myspace o Youtube, solo quando mi sono trovato ad aver composto una serie di canzoni a riguardo per il terzo album legato al progetto “Ottodix”, “Le Notti Di Oz (Topmusic/Self 2009).

Le mie creazioni nell’ambito delle arti visive sono spesso scaturite dal lavoro di stesura e arrangiamento sui brani musicali, ottenendo così creazioni sempre più legate da reciproci rimandi. Il complesso lavoro che ho realizzato per l’artwork della copertina di questo album ne risulta l’esempio più rappresentativo.

Con questa doverosa premessa cercherò di descrivere brevemente questa installazione, figlia diretta di “Le Notti Di Oz”, cd in cui ho scritto un vero e proprio soggetto teatrale ambientato in una città virtuale e sintetizzato in una filastrocca simile a una “fiaba nera” per bambini, di cui il disco è colonna sonora.

La storia di Oz è stato per me un ottimo pretesto per studiare e sintetizzare alcune forme chiave del mondo dei rapporti sociali tra le persone, spesso molto insidiosi, in quella dimensione “altra” che è internet.

Nella prima opera, “Monumento all’avatar”, ho adattato in chiave metaforica la forma della tradizionale matrioska russa, vestita con uno stile e una colorazione più vicina a quelle degli avatars odierni e dei manga giapponesi, concepiti e ideati dagli stessi internauti su misura per i proprio ideale estetico di “extra-corpo”. Il nascondere al proprio interno strati e forme diversi, nel sesso e nei connotati, rimanda chiaramente al desiderio di celare la propria personalità, quella arcaica, primitiva e ancestrale, sempre più sepolta da un’ autentica stratificazione di ruoli sociali e di inter-relazioni.

L’alter ego con cui farsi accettare nella rete è solo l’ultima, complessa corazza che l’arcaico spirito animalesco umano ha adottato nei secoli per nascondersi e contemporaneamente farsi accettare dal branco.

La forma arcaica dell’anima umana è ripresa anche nella seconda installazione “Tempio Degli Internauti”, in cui 5 ominidi di vaga ispirazione espressionista e africana sono seduti in un circolo quasi sacro, in dialogo reciproco attraverso 5 finestre-monitor che danno su un’altra dimensione (sul mondo virtuale), intenti a guidare i passi ciascuno del proprio avatar, delegando quest’ultimo al relazionarsi e al porsi nel mondo degli “altri”. I fili di controllo che partono dagli ominidi e dai loro schermi sono il legame sottile di potere tra internauta-burattinaio e avatar-burattino.

Ogni ominide a sua volta (e spesso, forse a sua insaputa) è marionetta di burattinai più potenti che creano e gestiscono le esigenze degli internauti, creando così un gioco di universi concentrici e di relatività del potere presunto e reale.

Questo sistema di universi concentrici, quindi, suggerisce un rimando alla struttura della matrioska-avatar, unità più piccola di misura di questo complesso gioco di relazioni e contemporaneamente portatrice al suo interno di un dna simile se non identico.

Alessandro Zannier, Festival Internazionale Della Filosofia di Modena, 2009.

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